Gli slogan onesti di Clifton Dickens

Il payoff (letteralmente: frase di chiusura) di un brand è quello che la maggioranza delle persone chiama “slogan”. Quell’elemento verbale, quella frase stringata, quell’aggettivo, che accompagna il marchio per renderlo memorabile, aumentare la sua riconoscibilità e la ridondanza.
Dove c’è Barilla c’è casa, Just do it, What else?, Perché voi valete, Connecting people, Per chi non si accontenta. Vi suonano familiari? Certo, perché sono payoff ben riusciti. Sintetici, memorabili, semplici; raccontano il prodotto mettendo in luce le sue qualità distintive, ovviamente esagerando. Ci sono persino payoff che sono entrati nel modo di parlare degli italiani: “Un diamante è per sempre”, “Cosa vuoi di più dalla vita?” “Toglietemi tutto ma non il mio…”
I payoff disegnano un mondo ideale, iperbolico, in cui il prodotto pubblicizzato diventa il soggetto della frase e il centro dell’universo. E se gli slogan dicessero invece le cose come stanno?
È quello che deve aver pensato Clif Dickens, classe 1986, un graphic designer, quando il 30 dicembre 2011 diede vita a Honest slogan. Si tratta di un blog su Tumblr che pubblica curiose e divertenti re-interpretazioni dei marchi più famosi (soprattutto negli Stati Uniti) con slogan che, semplicemente, dicono la verità, avvicinandosi alla percezione che il consumatore medio ha di loro. Quindi i nuovi slogan sottolineano “plus” nel marchio ben lontani da quelli che l'azienda aveva intenzione di veicolare (per esempio, Mc Donald’s, I’m loving it, diventa Mc Donald’s, perché hai solo 4 $) oppure svelano contraddizioni, come Lexmark, l’azienda che produce stampanti, che dice: le nostre cartucce costano più delle stampanti, o FedEx, l’azienda di trasporto merci, che avverte che probabilmente il contenuto del pacco è rotto.
L’effetto è davvero molto divertente e verosimile, dato che Clifton usa le stesse font e i colori giusti:
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